Nei primi interventi (io arrivo agli anni 70 - 80) i mezzi di comunicazione ufficiali erano il telefono, quando c’era, con strutture che, con terremoti e inondazioni, andavano facilmente in crisi e il loro ripristino richiedeva anche settimane. I radioamatori erano i pochi in grado di ripristinare velocemente le comunicazioni usando le frequenze a loro disposizione.
Oggi la situazione è cambiata. I mezzi a disposizione sono più numerosi. Usano sempre la radio, per i collegamenti satellitari e cellulari. Gli apparati, non solo i nostri, sono meno ‘impegnativi’, più piccoli, con maggiore autonomia. Inoltre le varie istituzioni, che si occupano di soccorso e di PC, si sono attrezzate con sistemi di comunicazione propri (reti radio e non).
Tutto questo porta ad un più rapido ripristino delle comunicazioni classiche (telecom & C sono in grado di ripristinare con ponti mobili la telefonia cellulare in poche ore) e ad una minore necessità degli apparati radioamatoriali e delle loro frequenze.
In Emilia-Romagna (ma anche in altre regioni) esiste una rete di comunicazione su frequenze civili, sia con modi analogici che digitali.
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