Nel novembre del 1980 l’Italia del sud è colpita da un tremendo terremoto che causò quasi 3000 morti, oltre a feriti e sfollati. La protezione civile era praticamente inesistente, almeno il volontariato. I soccorsi furono tardivi e disorganizzati e questo certamente contribuì all’alto numero di vittime. Parma era all’avanguardia nell’abito del volontariato, anche a livello nazionale. L’organizzazione (in pratica l’Integruppo Parma) le esercitazioni e la mentalità del soccorso erano ormai consolidate. Fra i vari gruppi anche il C.E.R. (Corpo Emergenza Radioamatori) dell’ARI di Parma.
In effetti la qualità e la gestione delle comunicazioni era un nodo cruciale e difficile, e intervento di radioamatori preparati era forse l’unica soluzione per comunicare dai luoghi dell’evento.
Considerazioni che emergono chiare nella relazione di Marco Nadalini, sia per l’importanza di comunicare, sia nella necessità di rispondere e coordinare efficacemente l’emergenza.
A seguito dell'evento calamitoso poi l'On.le Giuseppe Zamberletti fece nascere l'organizzazione della Protezione civile nazionale italiana.
L’intervento dei volontari si protrasse per un periodo prolungato, per diversi mesi, terminato con il gemellaggio di Parma con Senerchia (AV).
Nelle foto il campo base di Senerchia e un radioamatore, I4VJC Giuliano, con qualche anno in meno di oggi.
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