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Da tempo sostengo che lo statuto dell’ARI ha bisogno di profonde modifiche, anzi di essere completamente riscritto, per rispecchiare le necessità e le dinamicità attuali e dei prossimi anni.
E’ perfettamente inutile fare limature cambiando qualche parola o qualche virgola, per venire incontro a specifiche necessità di questo o quello comitato regionale. E’ noto che ogni regione ha proprie necessità per allinearsi alle amministrazioni locali, è così da quando l’autonomia regionale avuto maggior peso. E non si tratta solo delle regole per aderire, ad esempio alla protezione civile, ma a molti altre problematiche. Sempre ad esempio, anche gli stessi esami per conseguire la patente da radioamatore si differenziano da regione a regione. E’ evidente che una modifica che va bene in una realtà non va, necessariamente, bene ad un’altra.
Ed ecco che ribatto l’idea di una struttura nazionale molto flessibile che consenta forti autonomie statutarie alle realtà locali. Una organizzazione nazionale con il compito di rappresentare i radioamatori in Italia e nel mondo ma che lasci possibilità ampie alle sezioni e ai comitati regionali.
Qualcuno, nelle alte sfere deve avere avuto dilemmi in merito, tanto che nel verbale della riunione del Consiglio Direttivo Nazionale (CDN) del 30 novembre 2012 viene istituita una commissione il cui compito è la revisione dello Statuto. La costituzione della commissione viene delineata con precisione nella riunione successiva del gennaio 2013 nominando 3 membri: Marino (IT9ZGY), Pregliasco (I1JQJ) e Pocaterra (I4YHH).
Al tempo la notizia mi fece molto piacere, una revisione non era una riscrittura, ma pur sempre il tentativo di rivedere in modo critico le problematiche legate allo Statuto della nostra associazione.
Oggi mi ritrovo deluso. Pur tenendo conto della recente scomparsa di Marino, certamente una perdita per gli OM italiani, mi sorgono una infinità di dubbi.
Che cosa ha fatto la commissione dalla sua istituzione ad oggi?
Quale lavoro ha prodotto?
Si sono incontrati, personalmente o per via telematica?
Hanno prodotto un documento, almeno di introduzione all’enorme lavoro di revisione?
Hanno definito linee guida per il lavoro o individuato elementi critici da analizzare e modificare?
Hanno delineato come sottoporre ai soci le idee elaborate dalla commissione?
Nulla. A me non risulta nulla di nulla. E mi scuso anticipatamente con gli interessati, se il mio nulla è dovuto alla mia incapacità di documentarmi. Se qualcuno ha notizie ufficiali o ufficiose lo invito a indicarmele: gliene sarò grato.
Mesi fa ebbi l’occasione di accennare della cosa a Pocaterra, nel discorso mi sembra di aver capito che la commissione era formalmente costituita, ma di fatto inesistente. Ma che senso ha accettare un incarico senza alcuna volontà di attuarlo? Non è meglio dimettersi e far presente le difficoltà al CDN e ai soci?
Insomma, mi restano solo interrogativi, con la sensazione che nulla si muove e nulla si muoverà. Intanto alle assemblee generali (come quella del prossimo 13 settembre) si continuano a spendere energie su proposte di singole modifiche statutarie, per risolvere qualche necessità contingente perdendo la visione di insieme di uno statuto che necessita una completa revisione.
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